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Una
risposta ai populismi Angela Merkel rilancia Incurante
della minaccia xenofoba e dell’avanzata del populismo, anzi, a maggior
ragione, per contrastarla con successo, Angela Merkel si ricandida. La
notizia è accompagnata da un sondaggio estremamente favorevole, il 55 per
cento dei tedeschi vede con favore un quarto mandato per il cancelliere in
vetta da oramai 11 anni. Una lezione di stabilità per tutto il continente,
considerato che in Germania vige un banalissimo sistema proporzionale con
sbarramento. Eppure Angela Merkel ha saputo tenere in piedi i suoi governo
reggendo all’urto dell’Adf, ovvero il partito euroscettico e
anti-immigrazione di Frauke Petry, che pure ha visto crescere il suo consenso
in quattro elezioni regionali dal 12% della Renania al 20% ottenuto in
Meclemburgo. Ciononostante, a contrario di di quanto accaduto alle forze
anti-establishment in Gran Bretagna, Spagna, Grecia e di quanto potrebbe
accadere in Italia e in Francia, l’Adf sembra destinata a restare
all’opposizione. Il caso di Angela Merkel il professionismo della politica paga,
soprattutto quando sa conseguire risultati utili al proprio Paese. La
Germania sotto la sua guida è diventata più ricca e più autorevole. Angela
Merkel ha perorato istituti “di difesa del lavoro e delle retribuzioni, a
cominciare dal salario minimo di 8.50 euro l’ora (che salirà a 8.84 nel 2017)
del quale hanno beneficiato cinque milioni e mezzo di tedeschi, la
maggioranza donne. Ma ha anche introdotto una riforma degli asili nido, che
obbliga i Comuni a considerarli come servizi essenziali. Infine la difesa del
sistema pensionistico. Inevitabile che l’emergere del diffuso ribellismo alle
classi dirigenti contro di lei si infranga miseramente. Angela Merkel tiene
botta senza preoccuparsi dei sondaggi, vedi l’accoglienza ai profughi
siriani, capace di richiamare gli Usa al loro posto, come nel caso Datagate,
incassando comunque gli apprezzamenti di Obama e soprattutto, senza
scomporsi, come è invece avvenuto al presidente della Commissione Junker,
davanti all’elezione di Donald Trump. Una pausa di riflessione e poi le
congratulazioni, il rispetto verso le decisioni di un popolo amico come
quello americano. Angela Merkel offre anche una lezione di stile, oltre che
di sostanza, da tenersi a mente quando si ricopre lo stesso ruolo in altro
Paese e si ambisce ai medesimi risultati. Roma, 23
novembre 2016 |
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